Alba

Dove ci troviamo....

La Chiesa Gesù Redentore si trova a Riccione nella zona turistica. Per conoscere la sua posizione esatta clicca QUI

Un po' di storia...

I primi lavori per la costruzione della Chiesa furono iniziati verso la primavera del 1937 dal Capo mastro Semprini Paolo.
Il progetto originario, curato dall’Ingegner Gualandi, prevedeva la realizzazione di un solenne monumento ai caduti della prima guerra mondiale.

Il maestoso monumento prevedeva una piccola chiesetta, che è l’attuale presbiterio, all’interno della quale si sarebbe potuto anche celebrare messa. Don Giovanni Montali parroco di san Lorenzo, il cui territorio si estendeva fino al mare, celebrò la prima Messa il 9 Luglio 1939 all’aperto (nella foto) nel grezzo della chiesa appena iniziata e parteciparono tantissimi cittadini e villeggianti.

Nel frattempo la seconda guerra portò cambiamenti notevoli in quella zona, primi fra tutti la scoperta del
litorale come fonte di reddito per l’incipiente industria turistica e il conseguente insediamento di molte famiglie provenienti dall’entroterra. Così il monumento diventò Chiesa e col crescere della popolazione la chiesa si
dovette ampliare.
Fu eretta così la parrocchia autonoma dell’Alba nel 1948  (il registro dei battesimi porta la data del 1 novembre), sottraendo parte del suo territorio a San Lorenzo.

Il primo parroco designato fu Don Luigi Pellegrini che, giunto la prima domenica di ottobre del 1948, inizialmente senza casa e senza chiesa, vi rimase fino al 1956. Il primo difficile compito pastorale del nuovo parroco fu quello di costruire una comunità cristiana, amalgamando gente di diverse provenienze, ma anche quello di realizzare la chiesa e la canonica.
Don Pellegrini riuscì nell’intento, anche se non mancarono certamente disagi: per i primi anni si continuò ad andare a messa al “monumento” senza tetto sulla testa, ma con l’ombrello in caso di pioggia. Finalmente nel 1952 si terminò di coprire, pur provvisoriamente, la chiesa; il 17 luglio del 1953 si iniziò la costruzione della maestosa cupola che fu portata a termine in breve tempo e inaugurata nell’ottobre dello stesso anno.
Terminato il mandato di Don Pellegrini, l’ultima domenica di novembre del 1956, dopo un breve interregno in cui resse la parrocchia Don Antonio Bruzzesi, giunse come parroco il giovane Don Alberto Torroni, proveniente da Miramare. Si mise subito all’opera per completare la chiesa ancora incompleta,e ampliare e organizzare le opere parrocchiali.
L’opera più espressiva del suo amore per la chiesa che con fatica aveva poco a poco ampliato ed abbellito è certamente il grande mosaico dell’abside e raffigura Gesù Redentore, Via Verità e Vita. Lo fece realizzare dalla ditta Vitali di Foligno nel 1969, insieme alla Via Crucis, alla sede per il celebrante e alle cappelline laterali.

Don Alberto ha retto la parrocchia dell’Alba per quasi quarant’ anni, nel periodo del massimo sviluppo turistico e urbanistico, privilegiando una pastorale estiva capace di accogliere e servire nella Liturgia numerosi turisti italiani e stranieri, soprattutto tedeschi. Un tumore inesorabile al rene, diffusosi nelle ossa, lo costrinse a lasciare la guida della parrocchia che passò a Don Antonio (Tonino) Brigliadori il 5 giugno 1993. Don Tonino prese in mano la pastorale parrocchiale a tutto tondo cercando di coinvolgere numerosi laici e promuovendo un gran numero di ministri.
Venne ampliata la Chiesa attraverso una ulteriore cappellina laterale dedicata al parroco precedente.  Nel settembre del 2002 don Tonino venne trasferito a Bellaria, dove morirà nel 2015 alla vigilia dell’Assunzione di Maria in cielo, ed entra Don Franco Mastrolonardo, ad oggi parroco di Gesù Redentore. A lui il compito di traghettare la parrocchia verso una unità pastorale ad oggi chiamata AlbaMater, comprendenti le due parrocchie di mare: Gesù Redentore (Alba) e Mater Admirabilis (Mater). Nel 2003 la cappellina iniziata da don Tonino viene completamente affrescata e arricchita di alcune stampe digitali prese dalla Cappella degli Scrovegni di Padova.

Nel 2004 comincia la realizzazione del presepe permanente. Ogni anno viene acquistata una statuina da Ortisei, tutte rigorosamente scolpite e pitturate a mano da Norman Kostner con tanto di copyright personalizzato. Nel 2016 il presepe viene ultimato.
L’archivio della parrocchia viene digitalizzato, si realizza un sito internet www.albamater.it, la chiesa è indicizzata e geolocalizzata per arrivarci più facilmente da fuori Riccione, le messe vengono trasmesse in diretta streaming per andare incontro anche a chi non può spostarsi da casa. Nasce uno spazio per i bimbi: l’Albatroccolo. Si intensifica l’attività catechetica presacramentale con il metodo del Buon Pastore. D’estate i bambini sono coinvolti numerosissimi nei campeggi e nei centri estivi.

Di grande impatto sono le evangelizzazioni di spiaggia (nella foto) che visibilizzano una chiesa in uscita, con la collaborazione di comunità giovanili come Nuovi Orizzonti e le Sentinelle del mattino di Pasqua. Diversi testimoni giungono alla Chiesa Gesù Redentore fra cui anche il cantante Andrea Bocelli.
Con il Punto Giovane, la cui sede è nel territorio parrocchiale, si collabora per accogliere ragazzi in periodi di convivenze aggregative, formative e spirituali. Nasce l’app Pregaudio realizzata dai giovani per ascoltare preghiere, canti e catechesi on demand su dispositivi collegati ad Internet.
Si lavora molto per la manutenzione della Chiesa. Eccone un elenco sintetico: pulizia del mosaico, messa a norma antisismica dell’edificio antistante la Chiesa, asportazione di tutta la catramatura e nuova impermeabilizzazione dell’intera superficie superiore della Chiesa, messa in sicurezza e sistemazione delle colonne portanti della cupola, rifacimento impianto fognario e messa a norma dell’impianto elettrico, pulizia integrale dei canali di aspirazione e conduttura dell’impianto di riscaldamento, riverniciatura di tutto l’interno della chiesa, rifacimento e abbellimento di entrambe le cappelle oratoriali della chiesa, denominate cappella del presepe e cappella dei santi. Si prevede nei prossimi anni, se sarà possibile economicamente, un nuovo ingresso della Chiesa con rifacimento dei portoni e della bussola.

2018: Gesù Redentore risplende di Bellezza nuova...

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La centralità delll’altare
Anzitutto l’altare. L’altare è Cristo il quale viene rivestito solennemente di vesti e teli regali nei giorni festivi per la celebrazione e baciato dal sacerdote prima di cominciare la Messa. Il Concilio raccomanda che ”l’altare sia separato dalla parete, in modo che il sacerdote possa girarvi intorno senza difficoltà e celebrarvi la Messa rivolto verso il popolo; sia poi collocato in modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga l’attenzione di tutta l’assemblea”.
Per questi motivi l’altare è stato affrancato dal trono, che gli rubava la centralità e dall’ambone che gli era troppo a ridosso.
Il trono è stato sostituito da una sede più semplice, mentre l’ambone è stato collocato al centro della sala liturgica perche il sacerdote sia più a contatto con il popolo mentre dispiega la parola.
In questo modo, i due poli della Liturgia, Ambone e Altare, vengono a trovarsi l’uno di fronte all’altro segnando metaforicamente il cammino di Gesù dalla Galilea dove insegnava (la Parola) a Gerusalemme dove si è sacrificato (l’Eucarestia).
Per evidenziare questi segni era necessario togliere le balaustre, cosa che avevamo già fatto nei mesi precedenti.

La sala liturgica
In realta la nostra chiesa nasce come monumento ai caduti e la circolarità della navata centrale pensata allora per un motivo devozionale, non ha mai funzionato bene come spazio liturgico di celebrazione. Infatti le grandi colonne sono d’intralcio e ostruiscono la vista nei confronti del presbiterio. Così, non potendo cambiare l’architettura della chiesa, abbiamo pensato ad un escamotage logistico facendo convergere tutte le panche verso la Parola, adattandole alla geometria della superficie rotondeggiante.
A questo punto le cappelle non sono piu periferiche all’assemblea, ma in qualche modo insieme all’ingresso sono come l’inizio di un incamminamento verso ambone e altare, punto focale della celebrazione eucaristica.

L’ingresso
L’idea di rifare ex novo portoni e atrio d’ingresso è stata abbandonata per problemi economici. Così abbiamo lasciato i due portoni laterali nella loro condizione attuale rivestendoli di un elegante tendaggio nello stile di quello del portone centrale. Riguardo a quest’ultimo, invece, lo abbiamo trattato e riverniciato per le parti ancora intatte. Dove invece la mala condizione del legno non lo permetteva abbiamo operato un escamotage grafico inserendo dei pannelli riguardanti il mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù presi da una pala d’altare del 1300 ad opera di di Bernat Saulet. Partendo da sinistra, facendo come una specie di gioco dell’oca, in basso troviamo l’ingresso a Gerusalemme, poi le scene della Passione e della morte di Gesù per arrivare al centro dove sono rappresentate ben cinque scene di Risurrezione, con un’originalissima discesa agli inferi, per concludere infine con la Pentecoste. 
Entrando in chiesa, le due pregiate conchiglie oceaniche che fungono da acquasantiera invitano a bagnarsi con l’acqua benedetta e a segnarsi con il segno di croce. Anche queste sono state smontate durante questi mesi e ripulite del calcare accumulato in quasi cinquant’ anni di vita. Le cartellonistiche alle pareti e il monitor intendono aiutare ciascuno a ritrovare la storia e i contenuti spirituali della chiesa, oltre le informazioni riguardanti orari celebrazioni e notizie pastorali.

Le Cappelline del Battesimo e della Riconciliazione
Abbiamo già accennato al valore dell’acquasantiera. Accanto a ciascuna di esse trovate le cappelline della nascita e rinascita spirituale. Infatti l’acqua che attingiamo ricorda appunto il Battesimo, giorno della nostra vita nuova in Cristo. Così abbiamo esaltato questa cappellina ridandogli la dignità che gli spetta facendola rivivere come luogo del Battesimo. Nella Chiesa post conciliare deve essere chiaro il passaggio dal Battesimo all’Eucarestia. Pertanto è significativo far partire da questa cappella un incamminamento verso il luogo della celebrazione.
Lo stesso cammino, che in qualche modo gli assomiglia, è quello dalla Confessione all’Eucarestia. Per tale motivo abbiamo sostituito la cappellina di santa Rita con quella delle confessioni, perchè è più rispettosa di una sala liturgica. Se il Battesimo ci inserisce nella vita nuova, la Confessione ci restituisce ogni volta quella grazia persa con il peccato. I Padri della Chiesa presentano questo Sacramento come  “la seconda tavola di salvezza dopo il naufragio della grazia perduta”. Qui si ritorna al Padre.
All’interno della Penitenzieria, al centro, una stampa di Rembrandt Il Padre Misericordioso” da cui parte la luce che illumina gli spazi fisici e spirituali. Lateralmente la Croce e la Resurrezione di Gesù.

Al centro della Chiesa
Quando entriamo in Chiesa dobbiamo prendere consapevolezza di entrare in uno spazio sacro. Attraversato il portone, chiamato anche portale, nome antico ma anche molto attuale che indica l’ingresso in un mondo nuovo, si entra in chiesa e il modo di procedere è il medesimo di quando celebriamo la messa. Cosa si fa all’inizio? Un segno di croce. E poi? La richiesta di perdono, cioè il lasciarsi rinnovare, lavare purificare dai peccati. E cosa troviamo appena entrati in chiesa? L’acqua per purificarci, il fonte battesimale che ci richiama alla vita nuova e il confessionale dove gustiamo il perdono di Dio. 
Quindi si entra e lo sguardo sale subito in alto trasportati dai colori azzurri delle cappelle e dei solai, colori che richiamano il cielo: la sede di Dio. Il dipingere questi squarci di cielo ha dato tanta freschezza e giovinezza alla chiesa, ma anche una dimensione contemplativa. Seguendo i colori gli occhi arrivano al cupolone e intravedono le vetrate in alto che raccontano la storia di Gesù. Dobbiamo dire che in questi anni di lavori straordinari abbiamo messo mano pesantemente ai solai e alla superficie esterna della cupola rifacendo completamente l’impermeabilizzazione e rinforzando i ferri delle colonne che reggono la cupola.

Lo spazio sacro da vivere nell'intimità e con la comunità..

In chiesa si prega e si celebra
La chiesa parrocchiale oggi è spazio liturgico e contemporaneamente spazio di preghiera. Cosa significa? Lo spazio liturgico è il luogo della preghiera comunitaria, in special modo della Messa. Lo spazio di preghiera è il luogo della preghiera personale. Si sente a volte dire: “io vengo in Chiesa quando non c’è nessuno”. Ecco costoro probabilmente preferiscono la chiesa come spazio di preghiera personale. Sembrerebbe facile far conciliare le due condizioni, ma la questione è molto complessa. Premettiamo che la preghiera cristiana per eccellenza è la preghiera comunitaria. Gesù stesso afferma “dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sarò in mezzo a loro” definendo così in qualche modo la superiorità della preghiera comunitaria su quella personale. Inoltre ci invita a pregare il Padre nostro come fratelli e non padre mio come figli unici.  Quindi prioritariamente la Chiesa è pensata per la celebrazione liturgica comunitaria. Ma rimane comunque luogo di preghiera personale.

La chiesa come spazio liturgico. La sala dell’assemblea.
Dopo esserci segnati e purificati eccoci dentro la sala assembleare. E’ il posto del popolo di Dio riunito per l’ascolto della Parola. La stessa Parola si allontana dall’altare e si pone al centro davanti all’assemblea liturgica. Ambone ed altare diventano i due poli che educano alla celebrazione Eucaristica. Prima la Parola e poi il Sacrificio, prima l’ascolto e poi la visione, prima Gesù maestro che insegna e poi Gesù vittima sacrificale che si dona per tutti noi. La scelta dell’ambone ha anche una funzione agevolatrice nei confronti del sacerdote che può dispiegare la parola nell’omelia essendo visibile da tutta l’assemblea.

 

La sala liturgica è anzitutto per la celebrazione eucaristica. Era triste vedere chi accende le candele a santa Rita mentre in quel momento Gesù stesso scende sull’altare nella Consacrazione del Pane e del Vino. La stessa santa Rita direbbe: “Non voltare le spalle a Gesù. Solo Lui è il Salvatore!”
Per educare i fedeli al vero culto cristiano abbiamo dato risalto nell’assemblea a due sole cappelle: quella di Maria e quella di Gesù Redentore che è patrono della parrocchia. Maria è la stessa Chiesa, la stessa assemblea che celebra; quindi le spetta teologicamente il posto nella sala liturgica. Nella cappella di Gesù Redentore viene collocato il coro che ha la funzione di aiutare il popolo a lodare Dio durante la Messa. La statua di Maria è stata ridipinta rispettando ovviamente i colori originali, mentre la statua di Gesù Redentore ha ricevuto un trattamento professionale antitarme con tanto di oliatura finale; insomma pare nuova. Nel retro a scomparsa un Led per ciascuna delle due statue: azzurro per Maria e rosso per Gesù ad indicare i colori iconografici della umanità e divinità.

La Chiesa come luogo di preghiera. L’intimità con Gesù.
La chiesa è anche luogo di preghiera. Pertanto chi entra in Chiesa da subito viene avvolto dallo sguardo profondo di Gesù Pantocratore nell’abside del Presbiterio. Ci si lascia scrutare volentieri da quello sguardo dolce e onnipresente che è il mosaico del Redentore. “Signore tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e se mi alzo”. Così recita il salmo 138. In modo speciale nelle ore notturne, ogni luce ci indirizza verso di Lui. Tutta la superficie perimetrale del mosaica è stata integrata di luci strip Led che danno risalto al volto di Cristo in maniera sorprendente.
Certamente altare e ambone rimangono al centro, ma al di fuori delle celebrazioni la sala centrale invita ad inginocchiarsi e a parlare con Gesù. Per tale motivo anche il tabernacolo ha un posto centrale e visibile, perché quella è la casa di Gesù. Il primo sguardo, il primo pensiero, la prima preghiera è per Lui. Solo Dio è oggetto della nostra preghiera: il Padre, il Figlio Gesù e lo Spirito Santo.
Anche Maria, pur essendo la più bella tra le creature, è comunque creatura come noi. Non si prega quindi Maria, ma si prega con Maria.

La Chiesa come luogo di devozione. La Cappella dei santi.
Unica cappella per la devozione nella sala liturgica è quella di Maria. Lei ha un posto d’onore, come sposa del Re. Gli altri santi presenziano la cappella a destra del presbiterio. Da sempre i cristiani hanno avuto “confidenze” con i santi del cielo. Dapprima con i martiri ai quali si raccomandavano gli amici e parenti defunti. Poi con i santi del cielo, fra i quali si sceglievano i santi patroni o protettori.
La comunione dei santi è una realtà teologica fondamentale perchè ci inserisce nella relazione di amicizia in cui scopriamo di essere tutti uniti e tutti fratelli fra noi. Lo scopo di questa amicizia? Andare tutti insieme in Paradiso. Quindi la nuova Cappella dei santi vuole educarci a questa realtà escatologica, che è il Paradiso. Stare con i santi per imparare da loro e per fare amicizia con loro. Tutto nella Cappella ci richiama alla Comunione dei santi. Anche le proiezioni vogliono essere una catechesi continua per capire  a quale meraviglioso destino siamo chiamati. La devozione viene visibilizzata dal segno delle candele che si accendono in un giardino, immagine simbolica del paradiso. I santi sono li vicino a noi e soprattutto sono insieme. E’ la comunione la loro forza. Questo ci educa a pregare per i nostri cari come una unità nel cielo, e non come singoli sparpagliati chissà dove. In Paradiso si va insieme, all’inferno da soli, sostenevano i padri russi.

La Chiesa come luogo di devozione. La Cappella del presepe
Infine la Cappella del presepe. Anche il presepe è una devozione speciale. Davanti al presepe nessun uomo si sente a disagio, perché sa di essere accolto, così com’è, da Dio che si fa Bambino per condividere con ciascuno di noi le gioie e le sofferenze, i successi, le fatiche e le incomprensioni della vita. Sono soprattutto i bambini a sperimentare la tenerezza di Dio che si fa bimbo come loro. Questa cappella è anche luogo di celebrazioni liturgiche, perché ospita ogni giorno la Messa feriale nei mesi invernali.